- Dove sono?
- Dove si trova il posto in cui voglio andare?
- In che direzione mi devo muovere per raggiungere la meta desiderata?
Gli strumenti che ci consentono di orientarci sono:
- Carta Topografica (vedi Topografia)
- Bussola
- Altimetro
- Buon Senso
La Bussola
La Bussola è lo strumento basilare per l’orientamento. Il suo ago magnetico indica sempre il nord magnetico. Ecco alcuni esempi di bussole utilizzabili per la nostra attività:
- La freccia del Nord deve indicare sempre il nord, quindi o si allinea con l’ago della bussola o si allinea con il nord della carta
- La freccia di direzione indica sempre la nostra direzione o indica sempre il particolare che noi vogliamo individuare
- La bussola da escursionismo deve essere semplice, leggera e robusta: consigliamo pertanto una bussola da orienteering, in plastica trasparente, economica, è perfetta
- Prestare attenzione alla Deviazione Magnetica. Infatti l’ago della bussola funziona come una calamita: è influenzato non solo dal campo magnetico terrestre, ma anche da qualsiasi altro campo elettromagnetico (radio, cellulare, ecc) e da oggetti o materiali ferrosi
L’altimetro
L’altimetro indica la quota alla quale ci troviamo e ci segnala evantuali variazioni della pressione atmosferica. Consiste infatti in un barometro con riportata una scala altimetrica, siccome la pressione atmosferica diminuisce con l’altitudine, lo strumento ci segnerà la quota.
Come per le bussole, ne troviamo svariati modelli, da tasca o da polso, analogici o digitali, svolgono tutti la stessa funzione.
Importante è sapere che la pressione varia anche con la temperatura e l’umidità, pertanto lo strumento acquisice errori anche grandi al variare delle consizioni meteorologiche, è bene ricordarsi di tarare lo strumento ogni qualvolta si conosca la quota (cartello con indicazione di quota, punto noto, ecc).
Il buon senso, mi raccomando sempre il buon senso
Cosa ci facciamo con questi strumenti?
Orientare la carta
Cosa fondamentale per poter leggere e utilizzare una carta topografica, è tenerla orientata.
Per orientare una carta topografica (la cui parte superiore coincide SEMPRE con il nord geografico), procediamo nel modo seguente:
Appoggiamo la bussola sulla carta, con l’ago in prossimità di un meridiano su di essa segnato,facendo coincidere l’asse nord-sud della bussola con il margine della carta topografica
Tenendo solidali carta e bussola, ruotiamo il tutto, fino a che l’ago magnetico della bussola si dispone parallelo ai meridiani (ovvero la punta rossa dell’ago deve essere rivolta al nord della carta topografica
Ora la carta topografica è orientata con il terreno
Direzione di marcia
È una tecnica fondamentale: in condizioni di limitata visibilità, ci permette di sapere con precisione da che parte è la nostra meta. Per trovare la direzione di marcia si deve ricavare il valore dell’azimut del punto da raggiungere. Le operazioni da eseguire sono le seguenti:
- Portare la bussola all’occhio e mirare in direzione del punto stabilito come meta da raggiungere
- Ruotare la ghiera girevole della bussola fino a quando la punta dell’ago calamitato coincide con il nord della bussola
- Leggere, in corrispondenza del punto indicatore, l’azimut della direzione che si deve prendere
È consigliabile per queste operazioni l’uso di bussole a specchio o con feritoie di mira.
Trovata la direzione di marcia, ci si mette in cammino seguendo la freccia di direzione, Durante il cammino è necessario che la bussola sia sempre orientata, cioè che la punta dell’ago calamitato coincida con il nord della bussola.
Se si deve raggiungere un punto del quale ci è stato fornito l’azimut, si ruota l’abitacolo in modo da portare la cifra dei gradi (azimut fornito) a coincidere con il punto indicatore. Si orienta quindi la bussola e si prosegue come sopra
Per tornare al punto di partenza, giunti alla meta, si gira la bussola, in modo che la freccia di direzione sia rivolta verso di noi, si orienta la bussola e si inizia a marciare nel verso opposto a quello indicato dalla freccia di direzione. In alternativa si calcola l’azimut reciproco e si procede come spiegato in precedenza.
L’azimut
Il concetto di azimut è fondamentale per qualunque operazione si voglia fare con la bussola. Vediamo, quindi, di capire esattamente cos’è, prima con un esempio pratico e poi astraendo sempre di più il concetto.
Ipotizzando, quindi, di guardare un punto:
DEFINIZIONE 1
L’azimut di un punto è l’angolo che la linea di congiunzione tra noi e un punto forma con il Nord, misurato in senso orario a partire dal Nord.
Questa semplice definizione potrebbe, già da sola, essere sufficiente, ma al fine di comprendere meglio il senso generale dell’azimut proviamo ad astrarre un po’ il concetto.
Sulla base di quanto sopra, eliminando noi stessi, possiamo dire che:
DEFINIZIONE 2
L’azimut di un punto B rispetto a un altro A è l’angolo che la semiretta avente origine in A e passante per B forma con il Nord, misurato in senso orario a partire dal Nord.
Tale definizione è più facile da visualizzare osservando la figura a destra: l’Azimut di B rispetto a A è 60°.
Provando ad astrarre ancora un po’ il concetto ed eliminiamo i due punti, rimane solo una semiretta: tale semiretta, orientata dal punto d’origine all’infinito, a ben pensarci, altri non è che una direzione. Ecco quindi che:
DEFINIZIONE 3
l’azimut di una direzione è l’angolo che la stessa forma con la direzione del Nord, misurato in senso orario a partire dal nord.
Sulla base di queste tre definizioni, proviamo a interpretare (con l’aiuto della rosa dei venti qui a fianco) alcune frasi tipiche che si possono sentir dire da qualcuno che stia utilizzando una bussola e una carta.
- “Dal rifugio, la vetta ha un azimut di 45°” significa che dal rifugio, per andare in vetta, dovremo proseguire verso Nord Est. Questo è perfettamente coerente con la nostra Definizione 2.
- La frase “il rifugio ha un azimut di 315°” significa semplicemente che, se lo vogliamo raggiungere dobbiamo andare a Nord Ovest. Occorre fare molta attenzione al fatto che la frase ha omesso il punto d’origine, cioè il punto da dove il rifugio ha quell’Azimut. In tal caso si sottintende che il punto d’origine siamo noi (Definizione 1). Al fine di evitare incomprensioni, tuttavia, sarebbe bene esplicitarlo (almeno all’inizio).
- per concludere possiamo osservare che le due frasi “procedi a SE” e “procedi in direzione 135°” sono assolutamente equivalenti, in base alla Definizione 3.
A questo punto il concetto di azimut dovrebbe essere ben chiaro e possiamo, quindi, comprendere che mentre le definizioni 2 e 3 sono equivalenti, la prima è un po’ riduttiva in quanto sottintende noi stessi come punto di riferimento. Avendo chiara questa differenza, però, potete usare la definizione che più vi piace senza farvi troppi problemi: l’importante è aver capito il senso generale di cosa significa “Azimut”.
Nel parlare di azimut coi principianti, tuttavia, ho notato che l’utilizzo della Definizione 1 può essere fuorviante in quanto, non specificando il punto d’origine (noi stessi), tende a nascondere il fatto che l’Azimut è l’angolo tra il nord e una data direzione e non una proprietà intrinseca di un punto: uno stesso punto ha Azimut differenti a seconda del luogo dal quale lo si osserva.
L’azimut reciproco
Con riferimento alla figura a destra, detto α l’azimut di B rispetto a A, il reciproco di α altri non è che l’angolo di 240° che, altro non è che l’Azimut di A rispetto a B.
In termini più pratici, se noi guardiamo un’altra persona, l’angolo che la nostra linea di vista forma con il nord è l’Azimut mentre l’angolo che lo sguardo dell’altra persona (che guarda noi) forma con il nord è il reciproco.
Come è facile vedere dalla figura un Azimut e il suo reciproco differiscono per 180° (un angolo piano).
Dato un Azimut, quindi, per ottenerne il reciproco dovremo semplicemente aggiungere 180° se l’Azimut è minore di 180° o sottrarre 180° se l’Azimut è maggiore (in alternativa possiamo aggiungere sempre 180° e sottrarre 360° se il risultato ottenuto è maggiore di tale valore).
Verifica della correttezza della direzione
La procedura di ritorno al punto di partenza ci permette di verificare la nostra direzione durante la marcia, nel caso sia visibile il punto di partenza, o un punto di riferimento intermedio. Si fa dietro-front e si calcola l’azimut verso il punto A.
- L’azimut corrisponde al reciproco (sono in C1). Mi trovo lungo la giusta direzione di marcia. Dopo aver fatto di nuovo dietro-front, si riprende la marcia.
- L’azimut è maggiore di quello reciproco (sono in C2). Significa che, senza accorgercene ci siamo spostati a destra rispetto alla giusta direzione. La correggiamo spostandoci a destra fino a quando il punto di partenza corrisponde all’esatto azimut reciproco. A questo punto si può fare dietro-front e riprendere il cammino.
- L’azimut è minore di quello reciproco (sono in C3). Significa che, senza accorgercene ci siamo spostati a sinistra rispetto alla giusta direzione. La correggiamo spostandoci a sinistra fino a quando il punto di partenza corrisponde all’esatto azimut reciproco. A questo punto si può fare dietro-front e riprendere il cammino.
Superamento di un ostacolo
Per aggirare un ostacolo, tale da impedirci di rilevare il nostro azimut, senza perdere la rotta, è necessario seguire un cambio di rotta come segue:
-
Ruotiamo di 90° e procediamo lungo la nuova direzione, contando i passi, per una distanza utile al superamento dell’ostacolo
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Ruotiamo ora in senso opposto di altri 90° e procediamo lungo questa direzione (parallela alla nostra direzione di marcia)
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Superato l’ostacolo, ruotiamo di altri 90° (nella direzione opposta a quella del punto 1) e procediamo, fermandoci solo quando abbiamo contato lo stesso numero di passi misurati alla prima deviazione
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A questo punto dovremmo essere esattametne sulla direzione di partenza, pertanto se ci è possibile possiamo verificare l’azimut con la meta a cui stavamo puntanto.